Il medico di Jackson incriminato per omicidio

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Non ha veramente pace nemmeno da morto Michael Jackson, continuano ad inseguirsi le notizie sulle cause della sua scomparsa e anche su quello che ne sarà dei figli. L’ultimo colpo di scena è l’incriminazione da parte della Dea, Drug Enforcement Agency, l’agenzia antidroga americana, per omicidio nei confronti dell’oncologo Conrad Murray.

Solamente il 22 luglio gli agenti della Dea hanno infatti perquisito lo studio medico di Murray alla ricerca di qualche documento per provare la sua leggerezza nel prescrivere dosi elevate di medicinali a Michael Jackson.

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Sono sempre più prepotenti infatti le voci che sostengono che Jacko sia morto a seguito dell’abuso del Propofol, e non a caso fu proprio Murray l’ultima persona a vedere il re del pop in vita, e fu lui stesso a tentare una disperata rianimazione. Di questa incriminazione si è detto molto sorpreso il legale di Murray sostenendo di aver sempre collaborato con il medico legale per cercare di scoprire i motivi della morte. Non sono ancora stati resi pubblici i risultati sull’esame tossicologico operato sul corpo del cantane, che stabilisce quanto il Propofol sia la causa della sua morte.

Inoltre il 3 agosto prossimo avrà inizio la prima udienza che stabilirà a chi andrà la custodia dei 3 figli di Michael Jackson, che lui stesso avrebbe desiderato lasciare in affidamento alla nonna Katherine e alla grande amica del cantante, Diana Ross, secondo quanto scritto nel testamento.

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