Luca Marino intervistato da Diatonico.com

Luca Marino

Luca Marino è uno dei cantanti che parteciperà alla sessantesima edizione del Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte, prima di salire sul palco ha deciso di fare quattro chiacchere con noi e di racontarci qualcosa della sua vita, delle sue passioni e delle sensazioni che si provano sapendo di dover salire sul famoso palco dell’Ariston.


Stai per debuttare al Festival di Sanremo, come ti senti?
Sono molto emozionato, la principale preoccupazione è quella di riuscire a rimanere in piedi sul palco quando toccherà a me..

Ti è già capitato di cantare davanti ad un pubblico così vasto?
No, diciamo che la televisione è qualcosa di troppo vasto da paragonare a quello che ho già fatto

Che cosa ne pensi dei talent show? Hai mai provato a partecipare?
No, non ho mai provato a partecipare. In questo caso ci sono diverse scuole di pensiero nel senso che non c’è una strada più giusta di un’altra, semplicemente uno sceglie cosa fare, io ho sempre preferito un discorso “on the road”, ossia direttamente esibizioni sul palco


C’è un cantante a cui ti ispiri, un idiolo a cui vorresti assomigliare?
Diciamo che ho cercato di imparare a cantare imitando Kurt Cobain e Freddie Mercury, questi sono i miei idoli, figure a cui mi riferisco, anche se non imito nessuno, diciamo che ho ridimensionato il tutto seguendo una mia linea.

Come è nata la tua passione per la musica?
E’ nata a 14 anni quando ho iniziato ad usarla come terapia per poter esprimere qualcosa, ancora oggi la uso come terapia.

Meno male che tu usi la musica come terapia, c’è qualcuno che invece usa la droga, ovviamente il riferimento è a Morgan. Tu cosa ne pensi?
Stimo molto Morgan e lo ritengo un grande artista, è anche una persona molto intelligente dal punto di vista musicale, senza entrare nel merito della questione dico solo che la musica non dovrebbe essere confusa con le questioni sociali, altrimenti diventa difficile mettere tutti d’accordo.

Sei tu l’autore del brano che porterai al Festival di Sanremo?
Si, ho scritto il brano qualche mese fa e l’ho lavorato a livello di arrangiamento al momento della registrazione insieme al mio produttore e al direttore della produzione artistica.

Cosa ci racconti del tuo album “Con la giacca di mio padre”?
E’ un disco che è composto da nove brani che parlano d’amore, si parte da quello che mi è successo in termini sentimentali fno ad arrivare ai rapporti tra uomo e donna. Per quanto riguarda il titolo, invece, si svincola da quello che è un pò il filone tematico del disco, si parte da un concetto, sono io che ora indosso la giacca di mio padre, come se mi fosse stato passato il testimone, è un’autoammissione di responsabilità.

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