Concerto Take That San Siro 12 luglio 2011

Se abbiamo appena detto che gli East 17 sono tornati con il singolo Secret of my life, oggi non possiamo esimerci dal dire che ieri sera è andato in scena a San Siro il mega carrozzone dei Take That, concerto atteso ormai da quasi un anno dalle molte fan italiane di vecchia data e dalle new entry.


Ebbene, il concerto è stato un show megagalattico, come il concerto che fecero gli U2 il 7 luglio 2009, con un palco stratosferico ed effetti speciali degni di nota (ok, la musica non la si può paragonare a quella degli U2, ma era solo per far capire l’entità del palcoscenico) e molto scenografici.

Anche se però c’erti episodi ci hanno lasciati un poco perplessi, ma comunque soddisfatti nell’insieme: prima di tutto vedere i Pet Shop Boys come supporter dei Fab Five è stato alquanto strano, visto che i Pet Shop Boys sono una band mitologica del pop, tanto che come loro forse non esiste nessuno e ci ha come dato l’idea che dopo di loro fosse impossibile che potesse esibirsi qualcun altro.

Poi arrivano finalmente loro, ma sono solo in quattro, come a rappresentare la prima reunion, e cantano Shine e Sgt. Peppers dei Beatles che fa da preludio all’apparizione mistica di Robbie Williams.
Infatti poco dopo compare Robbie sul maxi schermo, come un’icona ortodossa e lo stadio viene giù a furia di grida, come se il pubblico fosse pervaso dal misticismo per l’apparizione sacra.

E Robbie inizia a cantare Let me entertain You, Rock DJ, Come undone e Feel ma, mentre il pubblico sembra essere ebbro, in preda ad un’estasi mistica come Santa Teresa, noi ci domandiamo perchè tutto ciò, perchè Robbie ha cantato le canzoni di Robbie e non quelle dei Take That.

E qui la risposta più plausibile potrebbe essere che la scaletta sia stata decisa dagli avvocati e non dalla band, visto che i rapporti con Robbie sono sempre molto difficili (ricordiamo anche che molti genitori che hanno accompagnato i figli ai concerti in Uk hanno dichiarato che Robbie è stato troppo volgare durante gli show).

Da qui però il gruppo ha cantato le canzoni di Progress e i pezzi storici degli anni Novanta per arrivare ad un’ottima versione di Back For Good.
I balletti sono stati ridotti ai minimi termini visto che ormai non sono più dei ragazzini e il fiato è diventato più corto, ma nel complesso c’è da dire che il grande carozzone Take That ha soddisfatto le aspettative.

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