The Boss infiamma il Postepay Rock in Roma

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Un concerto che ricorderò per sempre: Bruce Springsteen a Capannelle lo scorso 11 luglio.

Quasi tre ore di pieno amore, per la musica, i miei amici che da sempre lo hanno ascoltato insieme a me e coi quali avevamo già altre volte partecipato al live che resta in assoluto quello più coinvolgente e commovente dei tantissimi a cui ho assistito.

Ci eravamo preparati da veri fan, come è intuibile. Biglietti in tasca da mesi, ingresso quasi ad apertura cancelli, scelte tattiche di andata e ritorno da Capannelle, col Free Open Bus di Postepay. Non ci avrebbe potuto fermare alcun imprevisto, tutto preparato, tutto ampiamente aggirato.

Persino la pioggia, fenomeno per eccellenza ineluttabile e spietato, ha cambiato idea all’avvicinarsi del momento fatale.

Noi eravamo già in ottima posizione. Avevamo mangiato panini, bevuto un paio di birre – acquisto affidato alla Postepay di uno di noi, per ottenere un lauto sconto  –, delimitato con gli zaini l’area da cui avremmo assistito al concerto, pur non escludendo un’audace avanzata a metà performance.

Il palco montato era il più grande disponibile dentro Capannelle. Non lo standard su cui si esibiscono gli artisti solitamente, non l’intermedio dove avevano suonato qualche settimana prima i Green Day, o lo scorso settembre i Radiohead, ma un mastodontico e grandioso stage a cui si arrivava solo dopo una energica passeggiata. Che con il nostro spirito di esaltazione credo sia durata circa cinque minuti.

Bruce ha suonato con la strepitosa E Street Band, bravissimi musicisti che stimo infinitamente. Per lo più afroamericani, sono invidiabili performer e supportano il boss durante tutto il live, alternandosi al suo fianco e costruendogli intorno una spettacolare cornice scenica.

Il concerto ha alternato momenti festosi ad altri più commoventi, in un’altalena di sorpresa e familiarità da parte di tutti noi fan. Che poi ci guardavamo, riconoscendoci, abbiamo in comune una passione enorme. Del tutto ripagata dal Postepay Rock in Roma.

Qualcuno aveva partecipato alla prova di abilità proposta da Postepay per vincere il backstage o il soundcheck giocando a una specie di Sarabanda sul portale postepayfun.it. Qualcun altro si godeva romanticamente il concerto col partner. Altri si scatenavano in una documentazione ossessiva del tutto, con super camere e macchinette professionali.

Ognuno aveva il suo buon motivo per dirsi felice. E anche io il mio.

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